L'IMPERATORE CONTRO LUTERO Dopo la condanna di papa Leone X (1520), che lo scomunicò con la bolla Exsurge Domine, Lutero si appellò all'imperatore Carlo V, il quale nella Dieta di Worms gli chiese di ritrattare (1521). Il rifiuto del teologo tedesco provocò la condanna di Lutero anche da parte dell'imperatore. Costretto a trovare rifugio nel castello dell'elettore di Sassonia, suo protettore, si dedicò al progetto di tradurre in tedesco la Bibbia; intanto le sue idee iniziarono diffondersi in molte zone della Germania. Esse fecero presa soprattutto sul proletariato urbano e sui contadini, che richiamandosi al Vangelo si opponevano allo sfruttamento; sulla borghesia, che nella necessità della rassegnazione leggeva un'istanza di ordine sociale; ma anche sui principi, che vedevano nella polemica contro le gerarchie ecclesiastiche un’occasione per impadronirsi delle proprietà terriere della Chiesa; intellettuali ed ecclesiastici, infine, videro nelle idee di Lutero l'occasione per unvie rinnovamento culturale, morale e religioso.
UNA RIVOLUZIONE CULTURALE Il radicamento delle idee luterane fu enormemente favorito dallo sviluppo della stampa e dall'impiego della lingua volgare. In questo campo il luteranesimo determinò una vera e propria rivoluzione culturale, perché diede a un vasto numero di lettori la possibilità di confrontarsi direttamente con le idee rivoluzionarie di un riformatore e di leggere la Bibbia senza la mediazione dei sacerdoti. Inoltre, per facilitare un accesso diretto alla Sacra Scrittura, il luteranesimo alimentò la lotta contro l'analfabetismo.